Anfibi e Rettili del Nord Italia: metodi di ricerca e monitoraggio. Quarta ed ultima giornata di attività.

Attualmente mi occupo di erpetologia solo per passione girando il territorio mantovano alla ricerca di piante e di anfibi. Ho avuto modo di approfondire e far fruttare questa passione svolgendo la mia tesi a Porto Caleri con Jacopo e altri “pelobatari”, aiutando a monitorare uno stagno e cercando animali per il giardino botanico. Spero davvero che quello acquisito durante il corso possa servirmi per la libera professione per poter svolgere un censimento in ambito lavorativo, e non solo come hobby.
Marco, raccontaci un po’ le tue impressioni e come si è svolta l’ultima giornata di corso.
L’ultima giornata del corso sulle tecniche di monitoraggio e censimento è stata una giornata prettamente pratica che a differenza delle altre 3 si è svolta nelle montagne vicentine e non a Bosco Nordio. A parte la località di ritrovo e l’attrezzatura consigliata non ci era stato detto nulla; all’insegna dell’avventura! Una volta raggiunto il sito della mattina, una splendida zona di prati a 600 m s.l.m, li abbiamo scoperto che la mattina sarebbe stata dedicata ai rettili e il pomeriggio agli anfibi. Dopodiché siamo stati divisi in gruppi di 3-4 persone, ogni gruppo avrebbe dovuto eseguire dei transetti di 60 minuti in prati o in zona urbana per poi confrontarci gli uni con gli altri. Al mio gruppo è stato assegnato un transetto che affiancava un prato, entrava nel bosco e attraversava la Contrada Cova, e in un’ora abbiamo avuto modo di poter osservare solo delle lucertole muraiole, nulla di che rispetto ad altri gruppi, ma non siamo nemmeno rimasti a bocca asciutta.
Successivamente siamo saliti in quota a 1500 m s.l.m. arrivando su dei grandi pascoli alpini, in una zona ricca di storia dove si sono susseguiti diversi eventi della Grande Guerra e tutt’ora è possibile osservane le rovine. Qui dopo un frugale pranzo al sacco è iniziata la seconda parte: a ogni gruppo è stata assegnata una cartina indicante una pozza di abbeveraggio e il compito era di eseguire un campionamento standardizzato. Muniti di retino e di stivali ci siamo diretti al nostro stagno, e il pomeriggio si è rivelato assai fortunato, in uno stagno quasi privo di vegetazione abbiamo potuto osservare ben 39 tritoni alpestri e una rana temporaria con solo 30 retinate. Poi ci siamo confrontati con gli altri gruppi e ci siamo scambiati gli stagni, questa volta però contando a vista i tritoni che risalivano a respirare, e grosso modo i numeri più o meno corrispondevano.
Infine la giornata si è conclusa con una conviviale pausa finale in un bar per ripristinare i liquidi perduti nel modo più Veneto possibile, con l’alcol!
Sono rimasto estremamente soddisfatto di questa giornata poiché oltre a permettermi di aver osservato animali, per me, particolarmente “esotici” si è svolta in una location formidabile e molto suggestiva.
La ciliegina sulla torta di un corso che è valso la pena fare.
Foto di Lucio Bonato.